notti agitate (saggezza popolare)   7 comments

mia nonna, quando morì circa 20 anni fa,
prima di crepare mi chiamò al capezzale per dirmi due o tre cosette
che mi sarebbero servite in futuro…
tra tutti i figli, nipoti, cuginetti e lontani parenti
scelse me per esprimere un suo
verdetto particolare su certe faccende
che gli uomini si trovano ad affrontare
in vita.
mia madre urlava di non dargli retta
ch’era tutto uno scherzo,
un modo affettuoso per celare
che il cervello l’era andato completamente in pappa..
dopo due giorni
chiuse gl’occhi per sempre.

però..

è un periodo che sinistramente
la sogno, spesso,
di bianco vestita nel suo letto in legno
a baldacchino dove esalò l’ultimo respiro
che poi venne arso sulla "fòcara" come tradizione vuole…
mi ricordo un particolare (in)significante
aveva una dentatura perfetta
nonostante l’età avanzata…

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io credo che mia nonna non avesse capito proprio tutto, ma ci andava, ci andò veramente vicino…

7 responses to “notti agitate (saggezza popolare)

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  1. SE TUA NONNA T’HA DETTO DELLE COSE, PENSO SIANO IMPORTANTI: TUA NONNA TI VOLEVA E TI VUOLE TUTTORA BENE!
    STAMMI BENE,
    ANGELO

  2. stammi bene anche tu
    Diavolo

  3. nun bete “ramu te la stessa aschia” ma “aschia te lu stessu ramu” sto ancora ridendo, sangu te l’ostia!

  4. grandioso/a anonimo/a grazie per l’appunto sintattico, sangu te l’ostia anche a te 😉

  5. per precisione non è “ramu” ma “taccaru”, quindi “aschia te lu stessu taccaru”, a chi sfuggisse il vernacolo salentino “aschia” è il pezzo di legno tagliato da un ramo, “taccaru” è il ramo,
    il detto dialettale “aschia de lu stessu taccaru” sta a significare in parole povere: appartenente alla stessa tipologia, famiglia, modo di fare, essere, patologia, genere.

  6. mi hai fatto venire in mente mio nonno…l’unico uomo che ho amato alla follia…

  7. io mordo

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