d’abisso, (ri)empio   Leave a comment

arriveranno tempi migliori

no, scapperò allora, a consumere nell’infermità,

concepito a star male preferisco (altrove) continuare

stratificarmi, tisico, nell’inermità, sparire disidratato

perire nell’atto esatto in cui si apre uno spiraglio

esser torturato ogni qual volta felicità vagheggi

calpestato da un fattore piuttosto che sentir

serenità, parole, l’amore ah ah ah!

impiegato a far male, degli altri, il male

e per me, farlo, bene.

fzzz

sono un fenomeno e
per controbilanciare lo squilibrio cosmico tra me e le galassie
che pende solo "leggermente" in favore dell’universo
preferisco avere a che fare con una persona normale
tra gli spleenderati; per costituzione, di normali
non ve ne sono, siete dunque pregati/e di non contattarmi
e di rivolgervi presso il centro di salute mentale del vostro quartiere.
Io ci vado regolarmente, dunque, non vedo perché debba accollarmi
la scelleratezza di un’idiozia atavica, giovanile o stratificata negli anni(senile dunque)
di chi sceglie d’abbandonarsi a se stesso e non se ne sente responsabile in primis
non mi rompete i coglioni, concludo con la solita affermazione
che è ormai un adagio: l’80% è cacca, non avete coscienza di voi stessi,
della vostra condizione, siete, disperatamente, escrementi. anzi proprio…
strunz!

Il fatto che "UNO" possa lasciare un commento anche positivo, anzichenò, polemico, simpatico, sarcastico bla bla bla sul tuo blog, donna, non è automaticamente sinonimo di pvt e approccio con clava, da queste parti si fa, si è cultura, si sublima, si alita nel ventunesimo secolo, si dialoga come in una comunità reale così nella fittizia, se non riesci a trovare la "minchia", s’è quello che cerchi, la fuori, non la troverai neanche qui.
meditiamo.

ad uopo
il brevetto del mio carattere è scaduto

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