Archive for the ‘Poesía’ Tag

A long slow goodbye   Leave a comment

Where have you gone again my sweet?
Everybody wants to know
Where have you gone again my sweet?
Everybody wants to know
Where you gone?

I’m just a ghost, i’m on your street
Waitin’, when you comin’ home?
Gone so long
Where you gone?
On a long slow goodbye?
On a long slow goodbye…

In every voice, i hear you speak
Waitin’ by the telephone
I close my eyes, i just can’t sleep
Roll & tumble all night long
All night long
Where you gone?

I close my eyes, i just can’t sleep
Where have you gone again my sweet?

On a long slow goodbye?
On a long slow goodbye…

Goodbye

 

 

Quens Of The StoneAge

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
Dave Grohl.

Posted March 13, 2013 by werewolf350 in stupor mundi

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reloaded by kind demand…   Leave a comment

 

blue note frames;
chemicals

 

dreamy flow

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 thanks Dave…
they were already in fifth gear and
Thou hast given a turbo boost!
topic sounds like:
“measure”.

 

 

 

 

 

 

Lasciatemi divertire   Leave a comment

Tri, tri tri

Fru fru fru,

uhi uhi uhi,

ihu ihu, ihu.

 

Il poeta si diverte,

pazzamente,

smisuratamente.

 

Non lo state a insolentire,

lasciatelo divertire

poveretto,

queste piccole corbellerie

sono il suo diletto.

 

Cucù rurù,

rurù cucù,

cuccuccurucù!

 

Cosa sono queste indecenze?

Queste strofe bisbetiche?

Licenze, licenze,

licenze poetiche,

Sono la mia passione.

 

Farafarafarafa,

Tarataratarata,

Paraparaparapa,

Laralaralarala!

 

Sapete cosa sono?

Sono robe avanzate,

non sono grullerie,

sono la… spazzatura

delle altre poesie,

 

Bubububu,

fufufufu,

Friù!

Friù!

 

Se d’un qualunque nesso

son prive,

perché le scrive

quel fesso?

 

Bilobilobiobilobilo

blum!

Filofilofilofilofilo

flum!

 

Bilolù. Filolù,

U.

 

Non è vero che non voglion dire,

vogliono dire qualcosa.

Voglion dire…

come quando uno si mette a cantare

senza saper le parole.

Una cosa molto volgare.

Ebbene, così mi piace di fare.

 

Aaaaa!

Eeeee!

liii!

Qoooo!

Uuuuu!

A! E! I! O! U!

Ma giovinotto,

diteci un poco una cosa,

non è la vostra una posa,

di voler con cosi poco

tenere alimentato

un sì gran foco?

 

Huisc… Huiusc…

Huisciu… sciu sciu,

Sciukoku… Koku koku,

Sciu

ko

ku.

 

Come si deve fare a capire?

Avete delle belle pretese,

sembra ormai che scriviate

in giapponese,

 

Abi, alì, alarì.

Riririri!

Ri.

 

Lasciate pure che si sbizzarrisca,

anzi, è bene che non lo finisca,

il divertimento gli costerà caro:

gli daranno del somaro.

 

Labala

falala

falala

eppoi lala…

 

e lala, lalalalala lalala.

 

Certo è un azzardo un po’ forte

scrivere delle cose così,

che ci son professori, oggidì,

a tutte le porte.

 

Ahahahahahahah!

Ahahahahahahah!

Ahahahahahahah!

 

Infine,

io ho pienamente ragione,

i tempi sono cambiati,

gli uomini non domandano più nulla

dai poeti:

e lasciatemi divertire!

 

Aldo Palazzeschi

La signorina Felicita, ovvero la Felicita'(stralcio metabolizzato)   Leave a comment

 

 

 

Tu m’hai amato. Nei begli occhi fermi
luceva una blandizie femminina;
tu civettavi con sottili schermi,
tu volevi piacermi, Signorina;
e più d’ogni conquista cittadina
mi lusingò quel tuo voler piacermi!

Unire la mia sorte alla tua sorte
per sempre, nella casa centenaria!
Ah! Con te, forse, piccole consorte
vivace, trasparente come l’aria,
rinnegherei la fede letteraria
che fa la vita simile alla morte….

Oh! Questa vita sterile, di sogno!
Meglio la vita ruvida concreta
del buon mercante inteso alla moneta,
meglio andare sferzati dal bisogno,
ma vivere di vita! Io mi vergogno
sì, mi vergogno di essere poeta!

Tu non fai versi. Tagli le camicie
per tuo padre. Hai fatto la seconda
classe, t’han detto che la terra è tonda,
ma tu non credi… e non mediti Nietzsche…
mi piaci. Mi faresti più felice
d’un’intellettuale gemebonda…

Tu ignori questo male che s’apprende
in noi. Tu vivi i tuoi giorni modesti,
tutta beata nelle tue faccende
Mi piaci. Penso che leggendo questi
miei versi tuoi, non mi comprenderesti,
ed a me piace chi non mi comprende.

Ed io non voglio più essere io!
Non più l’esteta gelido, il sofista,
ma vivere nel tuo borgo natio,
ma vivere alla piccola conquista
mercanteggiando placido, in oblio
come tuo padre, come il farmacista…

Ed io non voglio più essere io!

 

 

Guido Gozzano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
visse i primi periodi
della produzione adolescenziale
turbato dalla statale, sgraziata
c(o)ultura pop monopolista, d’annunziana,
immondizia culturale italiana.
per poi maturare, propria, La scelta poetica
crepuscolare.
morì disperato a 32 anni
di tubercolosi.
(eppure all’epoca l’ARTE
circense medica era già evoluta
per combattere la TISI)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

scriveva Boccioni che
per fare L’arte così
per far la guerra
ci volesse coraggio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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io scrivo che ci vuol
coraggio, SOLO per ESSEERE

 

(im)mortali.

 

 

 

 

 

 

 

che la guerra come l’arte
non servano a niente ed a
nessuno se non all’umano
brutale, impotente, disperato, che
le conduca.

 

 

 

 

 

 

 Non c’è gloria alcuna, nel FARE
solo nell’ESSERE.

 

 

 

 

 

tale è questa:
LA CIVILTA’ DEL FARE OVE
il borghese(piccolo piccolo):
la nuova nobiltà senza cultura,
senza storia mor(t)ale, e costume
si è costruita, calcolando,
memoria e razza nei secoli recenti,
una mis(t)ura,
dalla rivoluzione francese
alla seconda guerra mondiale(L’AMERICA).
l’incubo post industriale.
L’industria lattiero casearia,
La bovino/suini-coltura
Il cereale.
L’industria farmaceutica & petrolifera,
La politica
democratica…la medicina
(ahahahahah)
per ciò soffrite TUTTI
depressione e cancro perchè:
non
siete.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


“Considerate la vostra semenza:

Fatti non foste a viver come bruti,

ma per seguir virtute e conoscenza.”

Inferno, canto XXVI (‘Ulisse’)

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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che un dio…
anomimo: pagano,
cristiano o islamico
possa aver pietà di voi
perchè

io

 

per quanto cerchi

non ne trovo.
 

 

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me medesimo quadro small.jpg

chi mi cerca nel web, chi tenta di visualizzarmi, raccogliermi, censirmi, giudicarmi:  fallirà.

non è nel WWW la mia dimora, e non è giudicando che troverai la verità, giacchè essa non esiste.

t’amo   Leave a comment

 

 

corpo;

di fatto

menti…

 
tra le gambe un cosmo…

penzola in-sondabile psyché

gocciolante inconsapevolezze che

non meriti

 

ed io..!!?

 

non posso più,

permettermi.